Il capitano nerazzurro lancia un messaggio chiaro dopo l’uscita dal Mondiale per club
L’eliminazione dell’Inter agli ottavi di finale del Mondiale per club, sconfitta 2-0 dal Fluminense a Charlotte, ha fatto da detonatore per tensioni che evidentemente ribollono da tempo all’interno dello spogliatoio nerazzurro. Protagonista di uno sfogo dai toni accesi il capitano Lautaro Martinez, che sembra aver puntato il dito contro l’atteggiamento di Hakan Calhanoglu, apparso sui social in vacanza mentre i compagni si giocavano una partita dal valore di 12,5 milioni di euro.
Le parole del capitano
“Fa male perché questo era l’ultimo obiettivo che avevamo con la poca forza che c’era rimasta”, ha dichiarato Lautaro visibilmente provato dopo la sconfitta. “Abbiamo messo il cuore, io ho lasciato tutto. Dispiace tanto e voglio dire una cosa: qua bisogna voler restare, stiamo lottando per obiettivi importanti.”
Il capitano argentino ha poi lanciato un vero e proprio ultimatum: “Chi vuole restare sta, chi vuole andare via vada via. Non faccio nomi, ma ho visto tante cose che non mi sono piaciute. Come capitano, anche se c’è il mister prima, io sono così: voglio lottare per obiettivi, siamo una squadra importante, voglio continuare così. Il messaggio è chiaro, chi non vuole restare, arrivederci.”
Il caso Calhanoglu
Sebbene Lautaro non abbia fatto nomi, i riferimenti al centrocampista turco-tedesco sono apparsi evidenti. Nei giorni precedenti alla partita decisiva contro il Fluminense, Calhanoglu era comparso sui social in compagnia di un amico e del suo barbiere, con messaggi che alludevano a un possibile trasferimento al Galatasaray, il club della patria dei suoi genitori. Il tutto mentre i compagni si preparavano per un appuntamento cruciale della stagione.
A confermare il riferimento a Calhanoglu ci ha pensato il presidente Marotta, che ha però cercato di stemperare i toni pur confermando la sostanza del messaggio: “Il commento di Lautaro è emozionante e significativo del ruolo di capitano, che deve coordinare la volontà della squadra a dare il massimo e perseguire un valore importante come il senso di appartenenza. Cose che abbiamo sempre detto: quando un giocatore vorrà andare via, la porta sarà spalancata.”
“Questo discorso può essere riferito a Calhanoglu, lo dico io”, ha aggiunto il dirigente nerazzurro. “Ma non serve tirare la croce su di lui. Con lui non abbiamo parlato in modo esplicito, ne parleremo nelle prossime settimane. Se ci sarà la possibilità di scegliere due strade diverse lo faremo. Per adesso non ci sono i presupposti per separarci, se ci saranno lo faremo senza problemi.”
Le implicazioni sul mercato
La questione Calhanoglu si inserisce in un contesto più ampio di cambiamenti all’interno del club nerazzurro. Con la nuova proprietà Oaktree che spinge per una politica orientata ai giovani, trovare l’equilibrio giusto tra valore economico e qualità tecnica diventa fondamentale.
Nel caso specifico di Calhanoglu, l’Inter non intende scendere sotto i 25 milioni di euro per il cartellino, una cifra che il Galatasaray difficilmente sarebbe disposto a pagare. D’altra parte, liberarsi dello stipendio da 6,5 milioni netti per i prossimi due anni rappresenterebbe un risparmio significativo, ma porrebbe il problema di trovare un sostituto all’altezza.
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Un’estate di cambiamenti
Nonostante l’Inter abbia già effettuato investimenti significativi a giugno con gli arrivi di Luis Henrique (24 milioni), Sucic (14), Bonny (24 più 2 di bonus), il riscatto di Zalewski (6,5) e l’esplosione del giovane Pio Esposito, le parole di Lautaro e la situazione Calhanoglu suggeriscono che per la società nerazzurra sarà un’estate di lavoro intenso.
Se da un lato la proprietà ha chiarito che non ci saranno rivoluzioni, dall’altro le tensioni emerse dopo l’eliminazione dal Mondiale per club potrebbero accelerare alcune decisioni di mercato, in un contesto dove anche altre squadre italiane stanno operando con decisione, come dimostra l’ambizioso mercato del Como che punta a Morata e altri colpi di prestigio per la sua stagione in Serie A.
Sarà fondamentale per l’Inter gestire questa fase delicata mantenendo l’equilibrio tra le necessità tecniche immediate e la visione a lungo termine imposta dalla nuova proprietà, evitando che le tensioni interne possano compromettere i risultati sportivi della prossima stagione.